Uomo politico bavarese. Di origine savoiarda, nel 1785 si sottrasse con la fuga
all'arresto che lo minacciava, in quanto membro della società segreta
bavarese degli Illuminati. Durante l'esilio in Francia divenne amico e
consigliere di Massimiliano Giuseppe di Wittelsbach. Quando questi, nel 1799,
divenne principe elettore di Baviera,
M. fu subito nominato primo
ministro e ministro degli Esteri. Seguace delle correnti più radicali del
pensiero francese, intraprese una vasta opera riformatrice in campo finanziario,
amministrativo e culturale. Con provvedimenti drastici, operò un decisivo
tentativo per costituire un'amministrazione statale efficiente, subordinando il
potere ecclesiastico a quello civile e secolarizzando i monasteri.
Appoggiò l'alleanza di Massimiliano con Napoleone, il che permise alla
Baviera di fare importanti acquisizioni territoriali e di essere elevata a Regno
nel 1805. Operò poi in modo da distaccare la Baviera (1813) dall'Impero
napoleonico prima del suo crollo, consentendo al Paese di conservare
l'integrità territoriale. Continuò a perseguire una politica
ispirata ai principi dell'Illuminismo anche dopo la Restaurazione, ma, essendo
la sua linea incompatibile con quella del principe ereditario Luigi, fu
costretto a dimettersi nel 1817 (Monaco 1759-1838).